La Luce nelle immagini di prodotto
Lo studio della luce nelle immagini commerciali, che siano fotografie o render fotorealistico poco importa, è uno strumento importantissimo per definire la visual identity di un prodotto e, nel lungo termine, di un brand.
Per questo, quando siamo chiamati a comporre un’immagine, dedichiamo il giusto tempo e le nostre risorse proprio alla preparazione del set-up luci.
La luce, infatti, gioca un ruolo fondamentale per definirne la sensazione che l’immagine – e quindi il prodotto – trasmette.
Quale luce scegliere per l’immagine di prodotto?
Come ribadito dal founder di Studio Indoor Gianni Roman, il principio da cui partiamo per scegliere come illuminare un prodotto è sempre lo stesso:
Per me la luce è una ed è quella del Sole.
Certo, anche quando parliamo di luce esistono le mode: abbiamo visto l’era del total white, in cui tutto era sovraesposto ed etereo.
E prima ancora quella delle foto scure e tenebrose, che lavoravano a spot per colpire singoli punti del prodotto. Ma è sempre la sensibilità del fotografo a rendere vera l’illuminazione, o almeno realistica.
Nelle foto di interni la luce spesso simula quella naturale, che illumina la scena entrando da vetri, finestre, porte, lucernari. A seconda dell’effetto desiderato o del punto che vogliamo colpire, il Sole viene “ruotato”: per ottenere un’atmosfera morbida e ovattata la sua luce sarà diffusa, se al contrario vogliamo concentrarci sul particolare e dare corpo alle ombre il raggio di luce sarà diretta.
La luce influenza la propensione all’acquisto?
Quando ci apprestiamo a produrre un servizio fotografico commerciale, sappiamo bene che il nostro lavoro verrà pubblicato su tanti supporti e dispositivi diversi: cataloghi, campagne pubblicitarie, manifesti, siti web, social network.
La coerenza visiva contribuisce a creare un look riconoscibile e a definire una visual identity in grado di rafforzare il posizionamento di marca. Questo è un fattore fondamentale, perché la confidenza con il brand e la sua affidabilità è determinante nel percorso decisionale di un potenziale cliente.
Non solo: alcuni acquisti sono frutto di scelte improvvise e irrazionali. Perciò quando una persona è coinvolta dall’immagine che osserva, se si sente a suo agio nell’ambientazione rappresentata – e dunque trova piacevole l’illuminazione utilizzata – la sua propensione all’acquisto sarà maggio

Il ruolo strategico
del lighting design
Abbiamo detto che la luce nella fotografia evidenzia il particolare, dà profondità, rivela le superfici, i materiali e le texture del prodotto.
Un riflesso sul punto giusto può far risaltare la delicatezza del tessuto, la pregevolezza della pelle, o la matericità del legno. Tutti aspetti che comunicano l’alta qualità e l’attenzione ai materiali associati al brand.
Anche l’ombra può assumere una funzione strategica: non solo dà profondità all’immagine, ma contribuisce a stimolare la curiosità dell’osservatore, chiamato ad aguzzare la vista per leggere le zone meno illuminate.
È sempre e comunque una questione di scelte: l’illuminazione non influisce solo sull’aspetto tecnico, ma contribuisce anche a comunicare stile, emozioni, informazioni e messaggi.
Il lighting design nell’immagine di prodotto rimane una componente chiave nel processo creativo, perché consente di creare un’esperienza visiva distintiva e riconoscibile anche a distanza di tempo.


La luce nell’era digitale: esperienza vs spontaneità
L’avvento di Instagram, degli influencer e delle tecnologie smart ha portato a un’indubbia democratizzazione dell’immagine commerciale.
In ogni momento, vengono pubblicate e condivise fotografie di prodotto più o meno amatoriali, spesso ritoccate e ritagliate con filtri preimpostati. E funzionano.
Perché la natura di questi media risiede proprio nella spontaneità dell’azione promozionale. L’influencer non è un testimonial ex-cathedra, ma un utente come noi che si innamora del prodotto e ce lo consiglia.
Cosa non funziona invece in queste immagini? Spesso rischiano di entrare in conflitto con la visual identity di marca, perché la post-produzione fai-da-te trascura proprio la conoscenza del comportamento della luce: ombre e riflessi sbagliati o impossibili, appiattimento dei piani, colori troppo vividi per risultare credibili.
Composizioni di scarsa qualità professionale possono allora risultare effimere e incoerenti, non più riconducibili a quell’universo visivo cui accennavamo poco fa. E invece la scelta della luce nell’immagine di prodotto rimane una componente chiave nel processo creativo, perché consente di comunicare valori, emozioni e messaggi al pubblico, di creare un’esperienza visiva distintiva e riconoscibile anche a distanza di tempo.